ALICE…. DELLE MERAVIGLIE

Dalla Dietista del Centro, Raffaella Bosisio

L’alice è un piccolo pesce con corpo allungato e snello, appartenente alla famiglia delle Engraulidae. Vive numerosissima in branchi insieme ad altre tipologie della stessa taglia, essendo una specie gregaria. Si nutre di zooplancton formato da piccoli crostacei e larve di molluschi. Molto presente nel mar Mediterraneo, nel Baltico e nell’Atlantico orientale, viene apprezzata per le carni gustose ed è consumata sia fresca che sotto sale. In passato era un pesce facilmente disponibile e sempre molto presente nella cucina mediterranea.
L’ 80% del pescato italiano viene dal mar Adriatico dove, a causa del basso prezzo di mercato, è oggetto di sovrapesca essendo il consumo più orientato verso pesci considerati maggiormente pregiati. In realtà l’alice ha un importante valore nutrizionale sia per il contenuto di proteine ad alto valore biologico (facilmente digeribili), sia per il potassio ed il fosforo. La frazione lipidica riveste un interesse particolare essendo composta principalmente da grassi polinsaturi della serie omega 3 : tra di essi l’acido eicosapentaenoico o EPA e l’acido docosaesaenoico o DHA. L’attività biologica degli acidi grassi incrementa la produzione di prostaglandine della serie 3 PGI1, TXA3, PGE3, di leucotrieni B 5, di interluchina 2, favorendo così un’azione antiaterogena, antinfiammatoria e antiaggregante piastrinica. Molti studi hanno messo in evidenza come un buon apporto di questi acidi grassi possa ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Il fabbisogno giornaliero di EPA e di DHA è di 1g. al dì e si è riscontrato come un consumo sistematico di pesce ricco di acidi grassi comporti una migliore biodisponibilità rispetto alle preparazioni farmaceutiche. E’ quindi indubbio che il consumo di questo pesce si rivela vantaggioso nella prevenzione dei disturbi cardiovascolari. Nelle dislipidemie, in particolare, è ormai assodata l’utilità di EPA e DHA che abbassano la quantità di trigliceridi e aumentano HDL-c, il cosiddetto colesterolo “buono”. E allora perché non incrementare il consumo di questo piccolo pesce ? Buono per il cuore, facilmente reperibile e di costo particolarmente contenuto ? Innumerevoli ricette possono aiutarci a mettere sulle nostre tavole l’alice ….. delle meraviglie.

Omega-3 Fatty Acids and Cardiovascular Disease: Are There Benefits? Cur Treat Options Cardiovasc Med.2016;18: 69
Omega-3 polyunsaturated fatty acids and cardiovascular diseases. J Am Coll Cardiol. 2009;54:585

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