DEPRESSIONE E ANSIA ACCORCIANO LA VITA NEL PAZIENTE CARDIOPATICO

La depressione cronica e l’ansia espongono chi ha una patologia coronarica a un maggior rischio di morte prematura. La conferma arriva da uno studio condotto in Nuova Zelanda, in cui sono stati reclutati 950 pazienti colpiti da un attacco cardiaco o ricoverati per angina instabile nei precedenti 3-36 mesi. I pazienti hanno completato un questionario psicologico al momento del reclutamento, che hanno ripetuto dopo sei mesi, 1, 2 e 4 anni. Le domande per valutare la condizione di stress psicologico (inclusa depressione e ansia) hanno riguardato, tra le altre cose, la percezione o meno da parte dei partecipanti di essere costantemente sotto tensione, di trovare la vita una battaglia continua, di provare paura o panico senza un motivo apparente. Nel complesso, 587 pazienti (62%) non sono risultati stressati in nessuna valutazione psicologica; 255 (27%) hanno riferito almeno un leggero stress in due o più valutazioni e 35 (4%) hanno dichiarato di soffrire regolarmente di stress psicologico da moderato a grave.

Durante il follo-up di 12 anni sono stati registrati 398 decessi per tutte le cause e 199 per malattia cardiovascolare. I pazienti con stress moderato/grave presentavano circa il quadruplo di decessi per cause cardiache e quasi il triplo di decessi per qualsiasi causa rispetto ai soggetti non stressati. Un livello di stress leggero non aveva invece effetto sulla mortalità.

Ancora non sappiamo se il trattamento dell’ansia e dello stress sia in grado di ridurre la mortalità, ma disponiamo di sufficienti evidenze per raccomandare ai malati coronarici, e più in generale a tutti gli individui, di cercare il modo di ridurre gli elevati livelli di stress.

Heart (IF=6.059) 2017, doi:10.1136/heartjnl-2016-311097

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