IL RAFANO

Dalla Dietista del Centro, Raffaella Bosisio

Originario dell’Europa orientale, si è diffuso nell’intero continente dove nel medioevo veniva usato esclusivamente a scopo terapeutico come antibatterico. È una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, chiamata anche barbaforte o cren, ha radice fittonata di colore bianco con polpa soda; caratteristico il suo aroma pungente simile a quello della senape. Usato nella cucina giapponese come salsa Wasabi, in Italia è particolarmente apprezzato il rafano della Basilicata, detto ”lucano”, che è stato dichiarato PAT, cioè Prodotto Agroalimentare Tradizionale. Con tale denominazione si individuano quei prodotti agroalimentari che, in uno specifico territorio, per metodiche di coltivazione, lavorazione e conservazione, seguono le regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni. Il rafano ha un buon contenuto di vitamina C, non a caso nei tempi passati veniva consumato sotto forma di succo contro lo scorbuto. È ricco di composti glucosinati che possono essere idrolizzati a isotiocianati e isocianati, che hanno proprietà antitumorali come, del resto, tutti gli ortaggi appartenenti alle Crucifere. Contiene anche cumarine, fenoli e vitamina B1.

LA RICETTA. Salsa di rafano

Ingredienti: 250 g. di radice di rafano grattugiata, 500 g. di pane grattugiato, 50 ml di aceto di vino bianco, 1 cucchiaio di zucchero, 30 g. di olio extravergine di oliva. Mescolare delicatamente tutti gli ingredienti fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea. Conservare in vasetti di vetro coprendo con un filo di olio. Servire con carni o pesci bolliti. Buon appetito!

Kcal (un cucchiaino da caffè per porzione): 13,66. Proteine: 0,335 g. Lipidi: 0,26 g; saturi 0,04 g; insaturi 0,02 g; monoinsaturi 0,15 g. Carboidrati: 2,68 g. Fibra: 0,16 g.

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