LA SALSAPARIGLIA

Dalla Dietista del Centro, Raffaella Bosisio

Che sia il cibo preferito dei Puffi è arcinoto a tutti i bambini, ma che sia a tutti gli effetti una pianta arbustiva molto diffusa nei paesi mediterranei è assai meno risaputo. La salsapariglia appartiene alla famiglia della Liliaceae e deve il suo nome alla schiuma saponosa (salsa) che produce strofinandone le foglie, che ricorda la schiuma dei cavalli (pariglia). In Sardegna viene chiamata straccabraghe per via delle spine presenti su tutto il  corpo della pianta. La parte edibile è rappresentata dai teneri germogli primaverili che vengono cucinati come gli asparagi selvatici di cui ricordano il sapore. È un vegetale di particolare importanza in fitoterapia dove fin dall’antichità viene utilizzato come depurante. In centro America le popolazioni native facevano largo uso delle radici della salsapariglia come antinfiammatorio e antimicotico. In questa pianta sono presenti saponine steroidee, steroli vegetali e antiossidanti tra cui l’astilbina. È un diaforetico naturale, favorisce cioè la sudorazione e tuttora viene impiegato come depurativo, diuretico ed espettorante. Si utilizzano le radici essiccate (20 grammi) che vengono fatte bollire in acqua (circa 2 litri) fino ad ottenere un decotto da bere come tonico o depurativo.

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