L’OBESITÀ RADDOPPIA IL RISCHIO DI RICOVERO PER COVID-19

Una metanalisi ha calcolato che le persone obese hanno un rischio più che doppio di ospedalizzazione per Covid-19 rispetto ai normopeso, e un 50% di probabilità in più di morire. E vista la diffusione dell’obesità, a sua volta un’autentica epidemia che colpisce ormai il 13% della popolazione mondiale, si tratta senz’altro di un fattore di rischio da prendere attentamente in considerazione. I ricercatori dell’Università del North Carolina a Chapel Hill hanno analizzato i risultati di 75 studi internazionali sul rapporto tra obesità e Covid-19, che includevano 399.461 individui, 55% maschi. Dalla metanalisi emerge che un obeso ha il 46% di probabilità in più di contrarre la malattia (OR=1.46; 95%CI 1.30–1.65), il 113% in più di essere ricoverato in caso di contagio (OR=2.13; 95%CI 1.74–2.60), il 74% in più di finire in terapia intensiva (OR=1.74; 95%CI 1.46–2.08), e il 48% in più di morire a causa di Covid-19 (OR=1.48; 95%CI 1.22–1.80).
I motivi alla base dei risultati ottenuti sono molteplici. Gli adipociti, come le cellule dei polmoni, esprimono la proteina ACE2, cui si lega il virus, che può facilmente staccarsi e raggiungere i polmoni, facilitando l’invasione di Sars-Cov-2. Gli obesi presentano poi uno stato di infiammazione cronica che facilita l’insorgenza della tempesta di citochine, che abbiamo imparato essere una delle complicanze più gravi di Covid-19. L’obesità in sé, inoltre, crea problemi di respirazione e complica le procedure di ventilazione messe in pratica nelle terapie intensive, rendendo così più probabile un esito infausto.

Obes Rev (IF=7.310) 21:e13128,2020. doi: 10.1111/obr.13128.

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