Mangiare troppe carni rosse fa male alla salute. L’ennesima conferma viene da un grande studio di popolazione pubblicato sull’ultimo numero del British Medical Journal, nel quale Arash Etemadi (della Divisione Cancer Epidemiology and Genetics, National Cancer Institute, Bethesda, USA) e collaboratori hanno analizzato la relazione tra consumo di carni rosse e processate (salumi, salsicce, wurtel) e mortalità per varie cause, monitorando 536.969 americani adulti residenti in 6 diversi Stati e due aree metropolitane per un periodo di 16 anni. I soggetti sono stati divisi in cinque gruppi, in base al consumo giornaliero di carni rosse/processate: da 9.3 g/1000 kcal nel gruppo a minor consumo a 67.5 g/1000 kcal nel gruppo a maggior consumo. Ad ogni aumento nel consumo di carni rosse/processate corrisponde un aumento della mortalità totale e della mortalità per 8 diverse malattie, nell’ordine (dal maggiore al minore), malattie epatiche, malattie respiratorie, malattie renali, diabete, malattie cardiovascolari, malattie infettive, ictus, e cancro; l’unica malattia che sembra sfuggire a questa regola è la malattia di Alzheimer.
Le ragioni della dannosità delle carni rosse/processate sono diverse. Lo studio sopra citato ha identificato tra i vari responsabili il ferro eme delle carni rosse e i nitriti/nitrati di quelle processate. Altri potenziali fattori sono le sostanze cancerogene che si producono con la cottura (amine eterocicliche e idrocarburi aromatici policiclici), gli additivi e contaminanti presenti nei mangimi animali, il fatto che l’eccessivo consumo di carne comporta un ridotto apporto di frutta e verdura.
BMJ 2017;357:j1957