È a tutti voi noto che l’ipertensione è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare, e che una riduzione della pressione arteriosa, quando elevata, produce una marcata diminuzione della morbilità e mortalità cardiovascolare. Gli studi epidemiologici indicano che il rischio aumenta quando la pressione sistolica (PAS) supera i 115 mmHg, ma le linee-guida Europee e Americane raccomandano di ridurre la PAS al di sotto dei 140 mmHg. Lo studio SPRINT (Systolic Blood Pressure Intervention Trial) è stato disegnato e condotto per verificare se un obiettivo più aggressivo (ridurre la PAS a < 120 mm Hg) producesse un beneficio cardiovascolare superiore rispetto a quello ottenibile seguendo le raccomandazioni delle linee-guida in pazienti ad elevato rischio cardiovascolare, che non fossero diabetici, non avessero subito un ictus e non soffrissero di insufficienza cardiaca. I risultati mostrano una riduzione del 27% della mortalità per tutte le cause quando si raggiunge un target di PAS < 120 mmHg rispetto al target raccomandato di < 140 mmHg.
I potenziali benefici e rischi di uno stretto controllo pressorio nella popolazione generale sono stati stimati applicando i risultati dello studio SPRINT all’intera popolazione di americani adulti con le stesse caratteristiche dei pazienti reclutati nello studio SPRINT. È stato così calcolato che un trattamento intensivo dell’ipertensione (con un target di PAS < 120 mmHg) è in grado di prevenire ~107.500 morti all’anno, al prezzo di 56.100 episodi di ipotensione, 34.400 episodi di sincope, 43.400 disturbi elettrolitici gravi e 88.700 casi di danno renale acuto all’anno. In conclusione, un trattamento aggressivo dell’ipertensione produce una marcata riduzione della mortalità, ma richiede anche un accurato monitoraggio del paziente al fine di prevenire i potenziali rischi. D’altra parte è bene qui ricordare che, anche nelle nazioni cosiddette evolute, un numero ancor oggi molto elevato di pazienti ipertesi non sa di esserlo o non viene adeguatamente trattato, non raggiungendo i valori-target di PAS raccomandati dalle Società Scientifiche specializzate. In termini di politiche sanitarie, è forse più importante far emergere questa popolazione di pazienti ignoti o mal-trattati, che suggerire terapie aggressive con un rapporto beneficio/rischio incerto.
Circulation (IF: 19.309) 135:1617, 2017.