STATINE IN PREVENZIONE PRIMARIA ANCHE NEI GRANDI ANZIANI?

È indubbio che il trattamento con statine in adulti ipercolesterolemici con e senza patologie cardiovascolari, e quindi in prevenzione secondaria e primaria, produca enormi benefici in termini di riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare. Ma lo stesso avviene nel grande anziano (età >75 anni)? La domanda non è di scarso rilievo, visto che la popolazione invecchia sempre più e le aspettative di vita si allungano sensibilmente, nella femmina e nel maschio. D’altro canto, la risposta è incerta, soprattutto per mancanza di adeguati dati scientifici in una popolazione di questo tipo.

Una risposta abbastanza chiara viene da un’analisi dei dati dello studio ALLHAT-LLT (Antihypertensive and Lipid-Lowering treatment to prevent Heart Attack Trial – Lipid Lowering Trial), che ha esaminato gli effetti di un trattamento di 6 anni con pravastatina in soggetti anziani senza patologie cardiovascolari, ipertesi con moderata ipercolesterolemia, suddivisi in anziani (età 65-74 anni) e grandi anziani (età ≥ 75 anni). Ebbene, nel grande anziano la statina non produce alcuna riduzione degli eventi cardiovascolari e della mortalità totale, suggerendo che in questa particolare popolazione i benefici vengano compensati dai rischi, e scoraggiando quindi l’uso del farmaco.

JAMA Internal Med (IF=16.538) 177:955, 2017.

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