SODIO E PRESSIONE ARTERIOSA: DA DOVE VIENE IL SODIO CHE MANGIAMO?

Gli studi epidemiologici indicano che un aumento dell’assunzione alimentare di sodio si associa a un aumento della pressione arteriosa (PA). Poiché gli stessi studi epidemiologici indicano nell’aumento della PA, anche a valori al di sotto di quelli che definiscono la condizione di ipertensione (ne abbiamo parlato le scorse settimane), uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare, per la proprietà transitiva, una riduzione dell’apporto alimentare di sodio si traduce in una riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare. Ma per implementare strategie volte a ridurre l’apporto alimentare di sodio dobbiamo capire da dove arriva il sodio che mangiamo. Per rispondere a questa domanda Harnack e i suoi collaboratori hanno condotto un importante studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Circulation”. Risultati per certi versi sorprendenti, che si riferiscono a una popolazione mista americana (neri, asiatici, ispanici e caucasici non-ispanici), ma sono verosimilmente riconducibili a quanto avviene anche nel nostro Paese e in altre Nazioni Europee. Ebbene, il 71% del sodio che mangiamo viene aggiunto durante la preparazione degli alimenti che poi andremo ad acquistare in negozi e supermercati; il 14.2% è presente costitutivamente negli alimenti, e solo il ~15% viene aggiunto dopo che gli alimenti sono entrati nelle nostre case: il 5.6% durante la cottura/preparazione delle pietanze, il 4.9% a tavola. Curiosamente, con l’avanzare dell’età, aumenta la quantità di sodio aggiunta dopo l’acquisto, forse a indicare un’alterazione del gusto e una maggior propensione per cibi “salati”. Queste percentuali sono sostanzialmente identiche a quelle rilevate in uno studio simile condotto più di 25 anni fa. In questo periodo, il consumo giornaliero di sodio è però diminuito dell’11%, e questo è ovviamente bene.

La conclusione che possiamo trarre da questo studio è che se vogliamo ridurre l’apporto di sodio con l’alimentazione dobbiamo fare più attenzione a quello che acquistiamo, leggendo bene le etichette e privilegiando alimenti a ridotto contenuto di sodio.

Circulation (IF=19.309) 135:1784, 2017

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