Il trial CANTOS (Canakinumab Anti-inflammatory Thrombosis Outcome Study) (ne abbiamo già parlato su questa pagina) ha dimostrato che una terapia mirata contro l’infiammazione può ridurre gli eventi cardiovascolari. Nel trial, il canakinumab (un anticorpo monoclonale contro l’interleuchina 1beta, IL1b), alla dose di 150 mg ogni 3 mesi, ha ridotto del 15% gli eventi (infarto miocardico non fatale, ictus non fatale o morte cardiovascolare) rispetto al placebo in pazienti con precedente infarto miocardico e livelli di proteina C-reattiva di almeno 2 mg/L. L’effetto è determinato principalmente da una riduzione nel rischio di infarto miocardico ricorrente. Nell’analisi di costo-efficacia che vi proponiamo oggi sono stati simulati i risultati ottenibili in una coorte di pazienti di 61 anni sopravvissuti a un infarto miocardico, trattati per il resto della loro vita con canakinumab in aggiunta alle cure standard versus le sole cure standard. Si è così stimato che l’aggiunta di canakinumab aumenti l’aspettativa di vita da 11.31 a 11.36 anni e gli anni di vita in buona salute (QALYs, quality-adjusted life-years) da 9.37 a 9.50. Il costo varia da 242.000$ a 1.074.000$, con un rapporto di costo-efficacia incrementale di 6.4 milioni di $ per QALY guadagnato. Emerge pertanto che ai prezzi attuali il trattamento con canakinumab non sia costo-efficace nella prevenzione di eventi cardiovascolari ricorrenti negli Stati Uniti. Gli autori stimano che il prezzo dovrebbe essere ridotto del 98% affinché il rapporto costo/beneficio diventi vantaggioso.
JAMA Cardiol (IF=10.133) 4:128,2019