I pazienti con fibrillazione atriale (FA) presentano un maggior rischio di decadimento cognitivo, che potrebbe derivare dalla presenza di lesioni cerebrali su base vascolare, molte delle quali non clinicamente manifeste. Per questo motivo uno studio multicentrico condotto in Svizzera ha indagato la relazione tra performance cognitiva e lesioni cerebrali su base vascolare in pazienti con FA. Lo studio prevedeva una valutazione del burden di lesioni cerebrali vascolari mediante risonanza magnetica, finalizzata a individuare infarti corticali o sottocorticali estesi, piccoli infarti sottocorticali, lesioni della sostanza bianca e microemorragie; sono stati definiti come silenti gli infarti riscontrati all’imaging in pazienti senza storia di ictus o TIA. Inoltre, tutti i pazienti arruolati nello studio sono stati sottoposti a una valutazione cognitiva mediante il Montreal Cognitive Assessment (MoCA) test. Nello studio sono stati arruolati 1.737 pazienti di età media pari a 73 anni (73 ± 8), di cui il 28% di sesso femminile; il 90% di questi assumeva anticoagulanti orali. Alla risonanza magnetica 387 pazienti (22%) presentavano infarti cerebrali estesi, 368 (21%) piccole lesioni sottocorticali, 372 (22%) microemorragie e 1.715 (99%) lesioni della sostanza bianca. Infarti silenti sono stati osservati in 201 pazienti con lesioni estese (15%) e 245 con lesioni di piccole dimensioni (18%), su un totale di 1390 soggetti senza storia di eventi cerebrovascolari. Per quanto riguarda la performance cognitiva, al MoCA è stato osservato un punteggio medio di 24.7 ± 3.3 e 25.8 ± 2.9 rispettivamente nei pazienti con e senza estesi infarti cerebrali al neuroimaging (p < 0.001). Tale differenza era sostanzialmente conservata anche se si consideravano soltanto le lesioni silenti (24.9 ± 3.1 vs. 25.8 ± 2.9; p < 0.001). All’analisi multivariata, il volume degli infarti cerebrali è risultato il più forte predittore di una riduzione del punteggio al MoCA.
Pertanto, i pazienti con FA presentano un elevato burden di lesioni cerebrali vascolari alla risonanza magnetica, soprattutto per quanto riguarda gli infarti corticali e sottocorticali estesi, molti dei quali sono silenti. Il volume di queste lesioni, anche silenti, si associa ad una peggiore performance cognitiva. La risonanza magnetica potrebbe quindi trovare impiego nello screening dei pazienti con FA?
J Am Coll Cardiol (IF=18.639) 73:989,2019