I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital, Harvard Medical School di Boston, hanno esaminato 8.989 individui (età media 53.6 anni, 43% maschi) di razza prevalentemente bianca, provenienti da 4 centri negli Stati Uniti, a partire dal 1987 fino al 2016. I partecipanti sono stati classificati in base al fatto che il loro reddito familiare sia diminuito di oltre il 50% (income drop), sia rimasto invariato o cambiato meno del 50% (income unchanged), o sia aumentato di oltre il 50% (income rise) durante un periodo di circa 6 anni (dal 1987-1989 al 1993-1995). L’endpoint primario era l’incidenza di malattie cardiovascolari (CVD: infarto del miocardio, malattia coronarica fatale, insufficienza cardiaca o ictus) durante un follow-up medio di 17 anni.
Il reddito familiare è diminuito per 900 partecipanti (10%), rimasto sostanzialmente invariato per 6.284 partecipanti (70%) e aumentato per 1.805 partecipanti (20%). Il rischio di CVD è più elevato negli individui con un calo del reddito rispetto a quelli il cui reddito è rimasto invariato (HR 1.17; 95%CI 1.03-1.32). Al contrario, a un aumento del reddito ha corrisposto una riduzione del rischio (HR 0.86; 95%CI 0.77-0.96).
JAMA Cardiol (IF=11.866) 2019; doi: 10.1001/jamacardio.2019.3788