L’INFEZIONE DA SARS-CoV-2 AUMENTA IL RISCHIO DI SVILUPPARE UN DIABETE?

Il pancreas è anch’esso un organo target del virus SARS-CoV-2. Nei soggetti che hanno sviluppato una COVID-19 si è riscontrata una diminuzione dei granuli contenenti insulina nelle cellule beta-pancreatiche e una ridotta secrezione di insulina dopo stimolo iperglicemico. Non è però noto se queste variazioni metaboliche siano transitorie o si traducano, nel lungo termine, nello sviluppo di un diabete mellito.
Per chiarire questo dubbio, ricercatori di German Diabetes Center (DDZ), German Center for Diabetes Research (DZD) and IQVIA (Frankfurt) hanno condotto uno studio retrospettivo intervistando 1.171 medici di base (8,8 milioni di pazienti) nel periodo marzo 2020-luglio 2021.
35.865 individui (età media 43 anni, 46% donne) hanno sviluppato una COVID-19. Soggetti paragonabili per sesso, età e comorbilità con altre infezioni alle alte vie respiratorie (AURI) sono stati identificati come controlli. L’incidenza di nuovi casi di diabete mellito di tipo 2 è stata di 15,8/1000/anno nei pazienti con COVID-19 e di 12,3/1000/anno nei pazienti con AURI (HR 1,28; 95%CI 1,05-1,57) (Figura).
È importante quindi che i soggetti che hanno sviluppato una COVID-19 vengano monitorati nel lungo termine per l’insorgenza dei sintomi tipici del diabete, come sete e poliuria, al fine di attuare prontamente misure correttive qualora sviluppassero un diabete.
Diabetologia (IF=10.122) Marzo 2022. doi. 10.1007/s00125-022-05670-0

LO STUDIO ITALIANO “SAVE YOUR HEART”

Il forte impatto della pandemia sui pazienti con malattie cardiovascolari ha creato una situazione delicata e richiede interventi urgenti e coordinati tra i vari attori del SSN. Questo è lo scenario emerso da “Save Your Heart”, campagna di screening promossa dal Gruppo Servier in Italia, in collaborazione con la Società Italiana di Farmacia Clinica (SIFAC) e con il patrocinio della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), della Società Italiana per lo studio dell’Aterosclerosi (SISA) e Conacuore Onlus.
Save Your Heart è uno studio osservazionale condotto nel periodo maggio-luglio 2021 in 21 farmacie di comunità presenti in 15 regioni italiane, con l’obiettivo di indagare i fattori di rischio cardiovascolare non diagnosticati e/o non controllati in soggetti ipertesi in trattamento antipertensivo e intercettare i pazienti che sottovalutano o ignorano le possibili conseguenze a cui sono esposti. Lo screening ha coinvolto oltre 500 pazienti di età superiore o uguale a 50 anni, di entrambi i sessi, disponibili a effettuare in autoanalisi la misurazione di pressione arteriosa, profilo lipidico (colesterolo totale, colesterolo HDL e colesterolo LDL) e glicemia, nonché la compilazione di un questionario sull’aderenza alle terapie in corso.
I risultati dello screening sono allarmanti. Il 68% dei partecipanti non raggiunge valori pressori accettabili. Il 59% dei partecipanti trattati per ipercolesterolemia non raggiunge i valori-target di colesterolo-LDL, mentre il 72% di chi ha dichiarato di non essere ipercolesterolemico presenta valori di colesterolo-LDL superiori a quelli raccomandati dalle linee guida. Il 69% degli ipertesi diabetici non ha un buon controllo della glicemia e nel 31% di coloro che hanno dichiarato di non essere diabetici (~85% del campione), sono stati riscontrati valori di glicemia tipici degli stati prediabete-diabete. Un’ulteriore criticità viene dal fatto che quasi la metà dei partecipanti (49%) ha un rischio alto o molto alto di andare incontro a un evento cardiovascolare fatale a 10 anni. Infine, oltre il 40% dei pazienti è risultato solo parzialmente aderente alle terapie antipertensive, condizionando l’efficacia dei trattamenti stessi e contribuendo così al mancato controllo dei valori pressori.
Questi numeri confermano la necessità di individuare un nuovo approccio clinico per identificare e trattare in maniera efficace i soggetti ipertesi, al fine di evitare possibili conseguenze cardiovascolari a medio e lungo termine, quali ictus cerebrale e infarto del miocardio.