La “dieta dell’orologio”, in cui non si contano le calorie ingerite, ma si tiene conto degli orari dei pasti, si è dimostrata in passato efficace nell’indurre una perdita di peso. In questa dieta, che è ragionevolmente semplice, la regola è di non mangiare per 14 ore al giorno: significa che se la colazione è consumata alle 8 del mattino, la cena deve avvenire non più tardi delle 18.
Lo studio pilota condotto dai ricercatori del Salk Institute di La Jolla in California ha reclutato 19 pazienti con sindrome metabolica (13 maschi e 6 femmine, 59±11 anni, la maggior parte trattati con statine e farmaci antiipertensivi), che hanno seguito la “dieta dell’orologio” per tre mesi.
La dieta ha prodotto una modesta perdita di peso (-3.3 kg, -3%), in particolare del grasso addominale, e una riduzione della pressione sistolica (-5.1 mmHg, -4%) e diastolica (-6.5 mmHg, -8%), del colesterolo-LDL (-11.9 mg/dl, -11%), della glicemia (-5.7 mg/dl, -5%). Questi cambiamenti si sono verificati senza alcun cambiamento nell’attività fisica. Quasi i due terzi dei pazienti hanno riferito di aver dormito meglio e di aver avuto meno fame prima di coricarsi.
Gli autori stanno allestendo un nuovo trial clinico, che coinvolgerà almeno 100 pazienti, metà dei quali seguirà la “dieta dell’orologio”, per confermare questo dato preliminare. Per il momento la “dieta dell’orologio” non è ancora raccomandata per i pazienti con sindrome metabolica.
Cell Metab (IF=21.567) 31:92,2020