L’utilizzo di apps e smartphones per scopi sanitari è in grande espansione in tutto il mondo. Alcune di esse si propongono di stimare la pressione arteriosa (PA) sfruttando i segnali fotopletismografici registrati dalla fotocamera dello smartphone. Nessuna di tale apps è stata fino a oggi testata scientificamente. Lo studio iPARR (iPhone App Compared With Standard RR Measurement) si propone di confrontare le misurazioni della PA effettuate con smartphone e con un misuratore di pressione automatico (oggi il metodo consigliato per il monitoraggio della PA). Condotto dall’Ospedale Universitario di Basilea, ha coinvolto più di 1000 individui e non è stato ancora terminato.
I risultati ottenuti in un sottogruppo di 32 donne gravide sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Hypertension. Ciascuna donna è stata sottoposta a tre misurazioni con i due strumenti, per un totale di 96 confronti. La pressione sistolica (PS) misurata con lo smartphone era in media più elevata di 5 mmHg rispetto a quella rilevata con lo strumento di riferimento, con una grande variabilità da misurazione a misurazione. 31, 53 e 64 dei 96 confronti mostravano una differenza di PS di 0-5, 0-10 o 0-15 mmHg.
Lo smartphone sovrastimava la PS quando questa era bassa e la sottostimava quando era in un intervallo medio-alto (Figura). Lo studio pubblicato ha coinvolto un numero molto limitato di soggetti in una particolare condizione clinica, e i risultati non vanno quindi estrapolati alla popolazione generale. Tuttavia, in attesa dei risultati sull’intera coorte dello studio iPARR, la misurazione della PA con lo smartphone deve essere considerata inattendibile.
Hypertension (IF=6.857) 71:1164,2018