Negli ultimi anni i pazienti con ipercolesterolemia hanno potuto beneficiare dell’introduzione di nuovi farmaci che hanno consentito il raggiungimento di livelli di colesterolo LDL (LDL-C) molto bassi. Una domanda ricorrente tra esperti, medici e pazienti riguarda l’eventuale beneficio, in termini di riduzione del rischio, ottenibile con il raggiungimento di valori così bassi di LDL-C. Per rispondere, è stata recentemente condotta una meta-analisi di trials randomizzati e controllati che hanno arruolato un numero minimo di 500 pazienti in trattamento con statine (15 trials), ezetimibe (1 trial) o inibitori di PCSK9 (3 trials), seguendoli in follow-up per almeno un anno. 19 trials per un totale di 152.507 pazienti, che hanno seguito una terapia più intensiva (statina ad alte dosi, combinazione di statina ed ezetimibe/anti-PCSK9; n=76.678) o meno intensiva (n=75.829) dell’ipercolesterolemia.
Gli eventi cardiovascolari maggiori (morte cardiovascolare, infarto, rivascolarizzazione coronarica e ictus) si riducono del 19% nei pazienti in trattamento intensivo. La riduzione degli eventi è maggiore tanto maggiori sono i valori basali di LDL-C e la riduzione di tali livelli prodotta dalla terapia (Figura).
Eur Heart J (IF=20.212) 39:1172,2018