Lo smartwatch è sempre più utile per chi soffre di malattie cardiovascolari. Non solo può diagnosticare un’aritmia, ma permette anche di fare un elettrocardiogramma a nove derivazioni per la diagnosi precoce di infarto. La nuova funzione può essere per ora utilizzata esclusivamente dal medico o dall’infermiere in condizioni di emergenza, quando non è disponibile un elettrocardiogramma standard ma il paziente ha sintomi di un possibile attacco cardiaco. In un futuro non troppo lontano potrebbe essere disponibile un software che consenta la diagnosi automaticamente.
Stando ai risultati di uno studio dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, un ‘orologio intelligente’ potrebbe contribuire a ridurre drasticamente i tempi di diagnosi dell’infarto e quindi migliorare la prognosi dei pazienti, che dipende moltissimo dal tempo che intercorre fra l’inizio dei sintomi e l’instaurarsi di una terapia. Per l’indagine sono stati esaminati 100 soggetti, di cui 80 con sintomi di infarto e 20 asintomatici di controllo, 67 maschi, con età media di 61 anni. Sono state effettuate registrazioni dell’ECG con un Apple Watch, collocato in nove posizioni sul torace, e contemporaneamente un esame elettrocardiografico standard. È stato utilizzato l’Apple Watch perché ad oggi è l’unico smartwatch le cui funzioni ‘cardiologiche’ (dalla serie 4 in poi) sono considerate dalle autorità sanitarie USA ed Europee come un vero e proprio dispositivo medico.
La sensibilità dello smartwatch, cioè la percentuale di diagnosi di infarto identificate correttamente, è stata dell’88% (95%CI 0.78-0.97); la specificità, percentuale di ECG normali identificati correttamente, è stata del 90% (95%CI 0.78-1.00).
La possibilità di individuare un infarto in corso con rapidità e semplicità grazie all’uso di un semplice smartwatch può essere di grande aiuto nel ridurre le conseguenze negative di un attacco cardiaco. In caso di dolore toracico, soprattutto se associato a sudorazione e difficoltà di respirazione, è indispensabile effettuare subito un ECG per verificare l’eventualità di un infarto in corso ed instaurare al più presto una terapia.
JAMA Cardiol (IF=12.794) 31:e203994,2020. doi: 10.1001/jamacardio.2020.3994