L’OMEMI (OMega-3 fatty acids in Elderly with Myocardial Infarction) trial è uno studio randomizzato, in doppio cieco, in pazienti anziani (70-82 anni) con recente infarto miocardico. 1027 pazienti sono stati randomizzati a n-3FA [930 mg di acido eicosapentaenoico (EPA) e 660 mg di acido docosaesaenoico (DHA)] (n=513) o placebo (n=514). L’infarto si era verificato 2-8 settimane prima della randomizzazione.
L’outcome primario composito (morte per tutte le cause, infarto del miocardio non fatale, rivascolarizzazione, stroke o ospedalizzazione per scompenso cardiaco) si è verificato nel 21.4% dei pazienti nel gruppo n-3FA e nel 20.0% dei pazienti nel gruppo placebo (HR=1.08; 95%CI 0.82-1.41; p=0.62). Per quanto riguarda gli outcomes secondari: fibrillazione atriale nel 7.2% del gruppo n-3FA e nel 4.0% del gruppo placebo (p=0.06); sanguinamenti maggiori nel 10.7% del gruppo n-3FA e nell’11% del gruppo placebo (p=0.87).
Chi di voi è interessato agli effetti degli n-3FA sul rischio cardiovascolare noterà che i risultati dell’OMEMI sono analoghi a quelli dello STRENGHT, ma diversi da quelli del REDUCE-IT e del JELIS, che invece hanno dimostrato un beneficio degli n-3FA sugli eventi cardiovascolari (vedi articoli). La differenza è probabilmente imputabile alla diversa formulazione di n-3FA utilizzata nei quattro studi. Il REDUCE-IT e il JALIS hanno utilizzato EPA puro, mentre OMEMI e STRENGTH hanno utilizzato una combinazione di EPA e DHA. Emergerebbe quindi un chiaro beneficio dell’EPA nei confronti della miscela.
Circulation (IF=23.603) 2020 Nov 15. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.120.052209