Da Chiara Pavanello
Nel 1963 il medico norvegese Kåre Berg, docente di genetica all’Università di Oslo ha scoperto che nel plasma circolava una nuova lipoproteina, strutturalmente analoga alle LDL: la lipoproteina (a) (si legga “lipoproteina a piccola”). Così come le LDL è sintetizzata dal fegato e trasporta colesterolo, ma possiede in aggiunta una grande glicoproteina chiamata apolipoproteina(a), molto simile al plasminogeno (una proteina coinvolta nell’emostasi).
La concentrazione plasmatica di questa lipoproteina varia da individuo a individuo secondo una predisposizione genetica e può andare da valori molto bassi (< 0,2 mg/dL) a valori anche superiori a 300 mg/dL e non è modificata né da fattori dietetici né ambientali. La variabilità dipende dalle diverse forme in cui l’apolipoproteina(a) può esistere e che si differenziano l’una dall’altra per la dimensione, definita dal numero di ripetizioni di una struttura chiamata kringle, perché ricorda la forma di un dolcetto scandinavo (Figura). Più la molecola di apo(a) è piccola, più la concentrazione di lipoproteina(a) è elevata.
Il gene LPA codifica per le dimensioni dell’apo(a) ed è quindi responsabile del 40-70% della variabilità dei livelli plasmatici di lipoproteina(a). Mentre la funzione fisiologica della lipoproteina(a) non è ancora stata chiarita, numerosi studi hanno dimostrato il suo ruolo come fattore di rischio cardiovascolare. In primis lo studio PROCARDIS (Precocious Coronary Artery Disease) ha infatti individuato due varianti genetiche responsabili della produzione di una lipoproteina(a) piccola (quindi in elevate concentrazioni) e fortemente associate ad una maggior incidenza di eventi coronarici.
Così come le LDL, infatti, la lipoproteina (a) può rimanere intrappolata a livello della tonaca intima dei vasi sanguigni contribuendo allo sviluppo dell’aterosclerosi e allo stesso tempo sembra promuove la trombosi, poiché sostituendosi al plasminogeno impedisce la dissoluzione dei coaguli di sangue.
Tsimikas S. A test in context: Lipoprotein(a): diagnosis, prognosis, controversies, and emerging therapies. J Am Coll Cardiol. 2017; 69:692-711.