CANNABIS E SISTEMA CARDIOVASCOLARE

La cannabis è stata da sempre utilizzata per le proprietà medicinali dei suoi composti, in particolare del delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e del cannabidiolo (CBD). Le piante di Cannabis sono classificate a seconda della loro percentuale di THC e CBD: il tipo I ha un alto rapporto THC/CBD (>>1); il tipo II ha un rapporto THC/CBD prossimo ad 1 e il terzo tipo un rapporto <0,3. Per quanto riguarda invece le formulazioni in commercio, per scopo medico o uso ricreazionale, possono contenere solo THC, CBD oppure la combinazione dei due. Tra i benefici dell’utilizzo della Cannabis sono noti:
– sollievo dal dolore neuropatico, da fibromialgia e nel paziente oncologico;
– miglioramento della sindrome da anoressia/cachessia in pazienti oncologici o nei malati di HIV;
– effetto antiemetico;
– effetto antispastico nella sclerosi multipla;
– riduzione della frequenza degli attacchi epilettici.
La cannabis ha inoltre molteplici effetti sul sistema cardiovascolare. Il THC stimola il sistema nervoso simpatico e inibisce il parasimpatico, aumenta la frequenza cardiaca, la domanda di ossigeno miocardico, lo stress ossidativo, l’attivazione e la disfunzione piastrinica. Invece il CBD può ridurre l’infiammazione e l’iperpermeabilità vascolare nei modelli diabetici, riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. Ciò che è di maggiore interesse è sapere se l’uso continuativo di cannabis può essere associato allo sviluppo di eventi cardiovascolari come infarto del miocardio o aritmie, o abbia un impatto sul rischio cardiovascolare. Purtroppo, non esistono molti dati in letteratura. Lo studio CARDIA ha incluso adulti dai 18 ai 30 anni di età che sono stati seguiti per circa 25 anni e l’84% di essi aveva una storia di uso di cannabis. Questo studio non ha dimostrato un’associazione significativa tra uso cumulativo nel tempo di cannabis e patologie cardiovascolari. Sono però necessari ulteriori studi controllati per meglio comprendere gli eventuali danni e benefici che la cannabis e i suoi principi attivi possono determinare a carico dell’apparato cardiovascolare.

Circulation (IF=23.603) 142:e131,2020

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